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GEOGRAFIA - ITALIA - CAMPANIA

CENTRI MINORI

Aversa

(54.395 ab.). Città in provincia di Caserta, sorta verso il 1029 per opera di Rainolfo Drengot, cavaliere normanno. Nel periodo angioino fu spesso dimora della corte e proprio qui fu assassinato il marito di Giovanna I d'Angiò, Andrea d'Ungheria. Conserva notevoli chiese ed interessanti resti medievali (il monastero benedettino di San Lorenzo, Santa Maria Maddalena; la Cattedrale di San Paolo e il castello). Il territorio assai fertile è ricco di prodotti agricoli, tra cui il caratteristico vino asprino e la mozzarella aversana.

Capri

(12.507 ab.). Isola (10,36 kmq) all'entrata del golfo di Napoli e ad Est della Punta della Campanella, di fronte alla Penisola Sorrentina. È una massa di rocce dirupate quasi inaccessibili. Ha un piccolo porto (Marina Grande) e comprende i comuni di Capri e Anacapri. Vi si accedeva per mezzo di una scala di 552 gradini tagliati nella roccia. Oggi esiste una strada carrozzabile. Marina Grande è collegata a Capri da una funicolare. Mondanità cosmopolita, frequentazioni intellettuali e tipica sagacia partenopea contribuiscono a creare l'atmosfera unica dell'isola di Capri. Grazie al clima favorevole e alle splendide bellezze naturali, è una stazione balneare tra le più frequentate sin dall'Ottocento. L'attività alberghiera è floridissima. La Grotta Azzurra di Capri è nota in tutto il mondo per la sua vastità, la colorazione azzurra del suo interno e lo splendore bianco-argenteo che assumono gli oggetti immersi nelle sue acque. Per entrare nella Grotta Azzurra bisogna salire su piccole barche a remi e, stesi sul fondo, attraversare lo stretto e basso varco naturale aperto nella roccia, largo circa 2 m e alto altrettanto. L'ambiente interno appare di colore azzurro; la volta, definita Duomo Azzurro, ha un'altezza media di 7 metri (arriva a 14 m nella parte più interna). La cavità d'erosione è lunga circa 60 m e larga al massimo 25. La grotta continua con la Galleria dei Pilastri, tre rami comunicanti tra loro che confluiscono nella Sala dei Nomi, chiamata così per le numerose firme dei visitatori apposte sulle pareti, e il Passaggio della Corrosione, fino all'estremo punto accessibile, la Sala della Corrosione. L'arco naturale, una delle principali attrattive di Capri, emerge sullo sfondo di un paesaggio di rara bellezza. Singolare fenomeno naturale, è il frutto del crollo di una grotta (forse, nella preistoria, a pelo d'acqua, quando Capri faceva ancora parte della terraferma) e dell'azione del vento e della pioggia che, nel tempo, hanno modellato l'arco fino a fargli raggiungere l'aspetto attuale. Largo circa 12 m, è sospeso a un'altezza di 18 m dal suolo, come un ponte naturale fra due pilastri rocciosi. I faraglioni sono tre roccioni scampati al franamento della costa, all'erosione del mare e degli agenti atmosferici. Sono distinti con nomi diversi: il primo, unito alla terra, si chiama Stella (è alto 109 m); il secondo, separato dal primo per un tratto di mare, Faraglione di Mezzo (81 m); il terzo, chiamato Faraglione di Fuori o Scòpolo (104 m), ospita un raro esemplare di lucertola azzurra (Podarcis sicula coerulea). Nel Faraglione di Mezzo si apre una cavità, il sottopassaggio conosciuto in tutto il mondo. I Romani prediligevano questa zona dell'isola di Capri: anticamente disseminata di splendide ville e ombrosi ninfei, poi raffinato rifugio di artisti nel Novecento, è oggi sede di ville e alberghi esclusivi. Capri è anche il centro principale dell'isola omonima. Il paese è caratterizzato da piccole case in tufo e pietra calcarea, coperte da terrazze e pergole, che si alternano a eleganti vetrine e raffinati locali di ritrovo e alberghi. Piazza Umberto I è la famosa "Piazzetta", che si affaccia dal Monte Solaro con le bianche colonne della funicolare. La "Piazzetta" è il centro dell'isola di Capri sia per i turisti che per gli abitanti del posto. Solo nel 1938, dall'idea del giovane caprese Raffaele Vuotto di sistemare alcuni tavolini, la "Piazzetta" assunse un carattere più mondano. Da quel momento divenne punto focale della vita sociale che prima si svolgeva negli alberghi e nelle abitazioni private. Dell'epoca imperiale romana restano a Capri i ruderi di alcune sontuose ville degli imperatori Ottaviano Augusto e Tiberio, che scelsero questa isola come dimora privilegiata. In particolare Tiberio fece costruire 12 splendide ville, ognuna delle quali dedicata a una divinità dell'Olimpo. Villa Jovis era la più ricca tra esse: posta in cima al Monte Tiberio, a 354 m s/m., sul promontorio orientale dell'isola, di fronte alla Punta della Campanella, in posizione dominante lo stretto delle Bocche di Capri, fu la principale residenza dell'imperatore Tiberio. Solo tra il 1932 e il 1935 fu esplorata in maniera sistematica da Amedeo Maiuri. Le strutture messe in evidenza si sviluppano su una superficie di circa 7.000 mq., anche se la villa doveva ricoprire un'area assai maggiore e comprendere boschi, giardini e ninfei. Architettonicamente il complesso si adatta alla particolare natura del suolo, sfruttando i dislivelli attraverso la realizzazione, a Sud e a Ovest, di più piani, e a Est e a Nord, di terrazze a strapiombo sul mare. Il nucleo centrale è costituito da quattro gigantesche cisterne, ricoperte con volte a botte, che testimoniano la necessità del rifornimento di acqua per soddisfare i bisogni del numeroso seguito dell'imperatore e per le strutture: bagni termali, fontane, irrigazione dei giardini. La parte occidentale era occupata dagli alloggi dei servi e dalle cucine; il lato meridionale dal quartiere termale; i lati orientale e settentrionale, quasi a picco sul mare in posizione panoramica straordinaria, dagli ambienti destinati al soggiorno dell'imperatore. Sul punto più alto della villa, sopra gli appartamenti privati di Tiberio e la sala del trono, troviamo oggi la piccola Chiesa di Santa Maria del Soccorso che risale al XVIII sec. Sul ciglio del burrone a Sud della villa si eleva la Torre del Faro. Staccato dalla villa, sul lato occidentale, si erge un massiccio edificio chiamato specularium, una specie di osservatorio astronomico destinato agli studi di Tansillo, l'astrologo imperiale amico e consigliere di Tiberio. La Villa di Damecuta, collocata all'estrema punta nord-occidentale dell'isola, nell'attuale comune di Anacapri, fu messa in luce da Amedeo Maiuri tra il 1937 e il 1948 dopo che il fondo in cui essa era sepolta fu donato allo Stato italiano dallo scrittore Axel Munthe perché fosse valorizzato. Costruita in età giulio-claudia in opera reticolata di calcare, abbandonata e danneggiata in seguito a un'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., la villa subì alterazioni e distruzioni dopo la costruzione di una torre di avvistamento di età medievale e di fortificazioni borboniche della fine del Settecento. La parte messa in evidenza dallo scavo e tuttora visibile è relativa solo a un lato dell'intero complesso, quello che si affacciava sul mare. Di questo settore, originariamente a più piani, è conservato solo il tracciato della pianta degli ambienti superiori, mentre di quelli inferiori, degradanti verso il mare, sono rimaste solo le strutture addossate alla roccia. I resti visibili includono la Rotonda e la Loggia. La Rotonda disegna una veduta semicircolare sull'intero Golfo di Napoli, con l'asse che punta verso Capo Miseno, dove c'era il quartier generale della flotta romana. La Loggia dell'Ambulatio (passeggiata) porta dalla Rotonda alla Torre di Damecuta e include alcune panche di pietra poste in nicchie rivolte verso il mare. La Torre di Damecuta, che sorge accanto a questo belvedere, risale ai primi del Cinquecento e rientra nell'insieme di fortificazioni e torri di guardia costruite sulle coste del Regno di Napoli per difendersi dagli attacchi dei pirati saraceni.

La Piazzetta di Capri

La Piazzetta di Capri

Capri, gioiello naturale della Campania

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Castellammare di Stabia

(67.974 ab.). Centro in provincia di Napoli; si stende ad anfiteatro sul golfo in zona fertilissima, ricca di acque minerali; il clima è buono, con temperatura media invernale 15°C, estiva 24°C; venti dominanti sono il maestrale in estate e lo scirocco in inverno. A Castellammare di Stabia sgorgano ben 27 sorgenti minerali che hanno una temperatura variante tra i 12°C e i 17°C, e sono usate per bagni e per bevanda. Alcune sono ferruginoso-bicarbonato-alcaline pure, altre miste. Castellammare di Stabia è anche stazione balneare estiva, molto frequentata. È costruita sulle rovine dell'antica Stabia, distrutta dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. che seppellì anche Pompei ed Ercolano.

Cava dei Tirreni

(52.772 ab.). Città in provincia di Salerno. Nei pressi sorge la celebre Badia della Santissima Trinità della Cava, fondata verso il 1100, dotata di un ricco archivio di documenti preziosi per lo studio della storia medievale. È stazione climatica estiva.

Eboli

(34.538 ab.). Centro in provincia di Salerno. Importante paese agricolo, nei cui pressi sorge il castello Colonna, disegnato dal Vanvitelli.

Ischia

Isola (46,5 kmq) delle Partenopee, davanti alla punta settentrionale del golfo di Napoli. Di origine vulcanica, si erge dal mare fino a 788 m. Si praticano agricoltura (prevalentemente vigneti), pesca, artigianato (lavori in paglia a Lacco Ameno). Acque termali clorurato-bicarbonato-sodiche. Centri importanti: Ischia, Forio, Casamicciola. È l'antica Pithecussae, la prima colonia greca nel golfo di Napoli. Nel 474 a.C. cadde, ma per poco tempo, nelle mani di Gerone di Siracusa. Poi rimase sempre legata alle vicende di Napoli. Nell'isola sono state scoperte tracce di insediamenti risalenti all'età del ferro e numerosi resti di età romana: un'acropoli sul monte Vico, una necropoli nella valle di San Montano, alcuni agglomerati urbani e un santuario dedicato ad Apollo, da cui provengono alcuni rilievi votivi, oggi al Museo di Napoli. Il centro turistico di Ischia sorge sulla costa orientale dell'isola omonima. È una celebre stazione idrotermale.

Portici

(73.488 ab.). Città in provincia di Napoli alle falde occidentali del Vesuvio. Mercato agricolo. Industrie alimentari, tessili, chimiche, conciarie. Turismo balneare. La linea ferroviaria che la collegava al capoluogo fu la prima aperta in Italia (1839). Gravi danni vi produsse l'eruzione del Vesuvio del 1631. Di origine medioevale, feudo dei Carafa (XV sec.) e dei Migliano poi divenne porto militare borbonico. Palazzo reale dei Borboni (XVIII sec.).

Pozzuoli

(76.121 ab.). Città in provincia di Napoli, sulla costa settentrionale del golfo omonimo. L'abitato risale dal mare, sul quale affaccia un pittoresco porticciolo, verso i Campi Flegrei. Pesca. Industrie siderurgiche, meccaniche; conservazione del pesce. Sorgenti termali. Stabilimenti balneari. Solfatare. Sede dell'Accademia Aeronautica. Fondata da coloni greci di Samo nel VI sec. a.C., fu porto di Cuma e poi di Roma e luogo di villeggiatura del patriziato romano. Decadde con le invasioni barbariche. Conserva resti di insigni monumenti di epoca romana, tra cui l'anfiteatro e il tempio di Serapide.

Procida

Isola (3,7 kmq) del gruppo delle isole Partenopee, posta nella parte occidentale del golfo di Napoli, tra l'isola di Ischia e il continente, dal quale la separa il Canale di Procida. Per la sua origine vulcanica si ricollega alla regione flegrea ed è costituita essenzialmente di tufo giallo, cui è sovrapposto il tufo grigio. L'isola, molto articolata, con coste alte e ripide, consta di quattro crateri; è molto piatta e raggiunge la massima altezza di 91 m all'estremità Nord-Est. La popolazione è quasi tutta accentrata nel centro di Procida. Il suolo fertilissimo è coltivato a vite che dà un vino assai pregiato, agrumi, ortaggi, frutta.

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Santa Maria Capua Vetere

(31.349 ab.). Centro in provincia di Caserta. Collegata con antiche catacombe, sorse intorno alla Cattedrale. È cittadina molto antica e sorge sul posto dell'antica Capua. Numerose reliquie si rinvengono di età romana. Oggi è centro commerciale e agricolo in continuo sviluppo. Allevamento del bestiame.

Sant'angelo de' Lombardi

(4.914 ab.). Centro in provincia di Avellino. Il territorio, molto fertile, produce grano, legumi, frutta. Olivi e pascoli. Stazione climatica. Le sue bellezze artistiche sono state fortemente danneggiate dal terremoto del 1980.

Torre Annunziata

(56.471 ab.). Città in provincia di Napoli tra le pendici meridionali del Vesuvio e la costa orientale del golfo di Napoli. Industrie alimentari, delle armi da fuoco, fonderie e acciaierie. Porto.

Torre del Greco

(103.577 ab.). Città in provincia di Napoli, ai piedi delle pendici occidentali del Vesuvio, sulla costa orientale del golfo di Napoli. Lavorazione del corallo, della madreperla e della tartaruga. Fu più volte distrutta dalle eruzioni del Vesuvio.

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Ultima modifica : 07/21/2024 10:33:11

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